Limiti di Renzi Ieri sera abbiamo assistito ad una formidabile performance del premier Renzi alla nuova trasmissione della Sette, Anno uno. Circondato da simpatici, colti ed educati ragazzini. Renzi si è dimostrato a suo agio, e probabilmente si è sentito anche fortunato. Gli si poteva proporre un confronto con gli iscritti della Cgil riuniti in congresso. Invece l’ha passata liscia con bocconiani e giovani che aspettano la cittadinanza che gli verrà presto data. Renzi ha fatto un figurone, confermando quelle doti dialettiche e comportamentali che non lo abbandonano mai, se non quando gli si chiede perché il premier e lui invece di Letta. Vi è un solo aspetto su cui il premier ha steccato ed in modo grave durante la sua splendida performance: la questione dell’ordine pubblico negli stadi in occasione della finale di Coppa Italia.Egli ha detto che non si possono lasciare gli stadi ai delinquenti e dunque che doveva restare al suo posto, senza accorgersi che è successo che questi hanno avuto mano libera. Prima la stupefacente pantomima avvenuta sotto la curva, poi gli incredibili fischi all’inno nazionale e tutto questo, con un giovane a rischio di vita in ospedale. Se il premier aveva l’occasione per dimostrare di che pasta fosse fatto fuori da una conferenza televisiva, l’ha persa. La partita, lo abbiamo già detto e lo ripetiamo, non si doveva disputare. I fari dello stadio si dovevano spegnere immediatamente. Il Paese doveva capire che si era passato il segno. La forza pubblica doveva essere in grado di monitorare ogni possibile teppista per evitare disordini durante il deflusso dall’Olimpico. In una parola, lo spettacolo andava fermato e bisognava interrompere lo stesso campionato di calcio la domenica successiva perché si riflettesse tutti. Non è possibile che si rischi di morire per una partita di calcio e non è ammissibile che si fischi l’inno nazionale in una manifestazione a cui presenziano le principali autorità dello Stato. Bastava quest’episodio per giustificare questa richiesta di stop. Invece l’inno nazionale si è lasciato fischiare e Renzi è rimasto seduto in poltrona comodamente, nella speranza che la prossima volta si possa far meglio perché Genny a Carogna ha 5 anni di Daspo. Guardate che era quella l’occasione di far meglio ed evitare l’azzardo futuro. Non ce ne sarà un'altra e ce lo ha insegnato l’esperienza inglese del governo Thatcher, più di trent’anni fa. Renzi era tanto giovane che forse non la ricorda. Roma, 9 maggio 2014 |